Lo sviluppo
psicomotorio
Riconoscere i segnali che differenziano la crescita da
eventuali anomalie dello sviluppo , è importante sia per non
allarmarsi inutilmente sia per non sottovalutare problemi da
affrontare con tempestività.
I comportamenti infantili hanno delle caratteristiche legate
all’evoluzione naturale: l’ambiente che li accoglie complica
o facilita il superamento delle varie tappe verso quelle
successive.
In alcuni casi , purtroppo, sono presenti segni di patologia
che vanno ben aldilà dell’ambiente e della educazione.
Lo sviluppo psicomotorio evidenzia , nel suo evolversi, la
“salute psico-fisica” del piccolo; le aree coinvolte e, di
norma, si muovano abbastanza in contemporanea:
area motoria , psichica, linguistica, cognitiva (
apprendimenti) , ludica.
In alcuni casi, queste aree non si sviluppano con lo stesso
ritmo : ad un precoce sviluppo motorio possono corrispondere
carenti competenze linguistiche e/o viceversa ( questo vale
anche per le altre aree)
Quando gli aspetti psicomotori si evolvono insieme si parla
di sviluppo armonico, viceversa ci si può trovare di fronte
ad una disarmonia dello sviluppo ; se quest’ultima si
compensa da sola entro certi limiti di tempo , è un fenomeno
transitori e comune a molti bambini.
Se, invece, un area in particolare, risulta compromessa
occorre focalizzare l’attenzione e cercare risposte
specifiche con specialisti competenti ( neuropsichiatria
,fisiatra, ortopedico, logopedista, psicomotricista ,ecc)
Distinguiamo, solo per comodità espositiva le varie aree:
Aspetto motorio: Anche le mamme meno esperte si rendono
conto se il proprio bambino ha difficoltà di raggiungere le
tappe previste dall’evoluzione . Di fronte ad eccessive
difficoltà di movimento è molto più produttivo affrontare i
dubbi piuttosto che sviluppare ansie .
E’ importante , tuttavia, ricordare che esistono dei range
di tolleranza ( lassi di tempo) entro i quali non si parla
ancora di ritardo conclamato ma di ritmo soggettivo. Entro i
3 anni il bambino dovrebbe avere terminato il suo sviluppo
primario ( camminare, parlare, controllo sfinterico,
autonomie primarie) ma si può slittare fino ai 4 circa
In assenza di cause organiche , le difficoltà infantili
assumono altri significati da ricercare in ambito familiare.
i vissuti soggettivi di un piccolo ( traumi, eccessiva
protezione, mancanza di stimolazione corretta) possono fare
la differenza e ritardare le acquisizioni .
Gli atteggiamenti educativi , fondamentali per la crescita ,
possono favorire o, al contrario , rallentare il
raggiungimento dei traguardi ; il bambino sereno esplora per
crescere, apprende attraverso il gioco, raggiunge la
padronanza del proprio corpo e supera le paure.
Genitori eccessivamente ansiosi trasmettono le loro modalità
poco tranquillizzanti e , in alcuni casi, favoriscono
malesseri somatizzati dal bambino (incapace di scaricare
l’ansia in altro modo) . Il corpo diventa quindi il
messaggero privilegiato del disagio .
Aspetto relazionale : E’ un aspetto importantissimo che può
evidenziare sia disagi psichici che disturbi più gravi (
sintomi autistici)
A cosa prestare attenzione e quando occorre chiedere un
consulto specialistico?
Una eccessiva chiusura relazionale, giochi solitari e
stereotipie, ecolalie
( parole sentite che si ripetono) assenza di comunicazione,
carente richiesta agli adulti per i propri bisogni,
interessi limitati a poche cose ( da non confondere con il
gioco ripetitivo fisiologico) , linguaggio in terza persona,
e/ o assenza di linguaggio, possono essere segnali da
verificare.
Anche nell’ambito relazionale , (escludendo patologie
specifiche,) la capacità del bambino è legata al suo
ambiente e al clima educativo .
Il bambino che evidenzia comportamenti “anomali” può
esprimere disagi, legati a vissuti familiari ( liti,
separazioni conflittuali, poca affettività, aggressività
degli adulti, impossibilità ad esprimere le emozioni per
rigidità dei genitori, disagi in altri contesti, traumi,
ecc…) o ,semplicemente, alla naturale fatica di misurarsi
con il mondo
Comunque sia ,non sempre serve uno specialista per capire, a
volte basterebbe ascoltare con altri canali; quelli
dell’emozione!
Linguaggio:Il ritardo del linguaggio ( in assenza di lesioni
specifiche) può essere legato ad una familiarità genetica o
ad atteggiamenti educativi di tipo protettivo; sostituire il
bambino nelle richieste non gli permette di sforzarsi per
essere capito ; cosa c’è di più semplice che essere
soddisfatto senza parlare?
Di fronte alle difficoltà del bambino ad esprimersi
l’adulto, che non regge questa “fatica”, trova le soluzioni
al posto suo e lui?
Di certo non serve sgridarlo , né ricordargli che sbaglia,
basterebbe ripetere , con pazienza, la parola nel modo
corretto o utilizzare il gioco come fonte di comunicazione
( es: il b/no dice : oio acca….la mamma” Vuoi l’acqua? Bene
prendiamo l’acqua”
,oppure dare sempre due alternative :”vuoi l’aranciata o
l’acqua?”.Il gioco poi, e’ un ottimo stimolo per il
linguaggio)
Aspetto cognitivo: l’apprendimento difficoltoso può avere
varie origini
( dislessia, quoziente intellettivo ai limiti della norma da
verificare attraverso test specifici) , deprivazione
culturale, carenza di stimoli educativi.
Quando non ci si trova in presenza di limiti oggettivi , può
entrare in gioco il comportamento dell’adulto : la punizione
eccessiva blocca , l’insofferenza (di fronte alle
difficoltà) produce bassa autostima, le eccessive
aspettative deprimono la motivazione; insomma il bambino ha
bisogno di fiducia e ancora di più se è in difficoltà.
Gli aspetti dello sviluppo non sono così distinti ( solo per
comodità espositiva sono stati differenziati) : Inoltre sono
solo piccoli flash su argomenti molto vasti.
In tutti i casi quando ci si trova di fronte a dubbi , una
consulenza specialistica può portare su giuste strade da
percorrere ma……
ATTENZIONE : diffidate da diagnosi affrettate che richiedono
l’uso di psicofarmaci per calmare il bambino; con un po’ di
fatica e comprensione si evitano sedazioni pericolose e
dipendenze precoci da facili droghe!
Un bambino agitato può dirvi qualcosa che altrimenti non sa
dire, è proprio il caso di farlo tacere? |