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Il dialogo fallimentare ( da “correggimi se sbaglio “ G.Nardone)

Il coinvolgimento in una relazione affettiva “inquina “ la capacità di vedere i numerosi “ingredienti “ che rendono fallimentare il dialogo anche quando si è sostenuti dalle migliori intenzioni.
Le emozioni che sono alla base del nostro agire sono, spesso confuse , sommerse e poco chiare, al punto che ci si sente vittime anche quando gli errori sono personali e non appartengono all’altro.
Persino con i figli , si “pretende” la comprensione di ogni stato d’animo e la risposta , deludente, deprime al punto da leggere intenzioni inesistenti .
In che modo ci poniamo nella relazione , cosa chiediamo e come lo chiediamo, cosa siamo disposti a riconoscere, per diminuire davvero le distanze?
G. Nardone nel suo libro “Correggimi se sbaglio” analizza alcune delle modalità relazionali più fallimentari:

Puntualizzare: E’ davvero una “strategia”risolutiva di problematiche relazionali?
Quale è il limite , oltre il quale si crea la rottura?
Definire i termini di una relazione puntualizzando cosa non và e come dovrebbe essere, può portare delle modifiche?
Di sicuro sposta ogni scambio affettivo nella sfera razionale ed impoverisce legami affettivi ; i sentimenti non seguono logiche matematiche né amano l’analisi e la costruzione a tavolino.
La ragionevolezza di una puntualizzazione eccessiva , in contrasto con le contraddizioni emotive, produce, spesso reazioni opposte a quelle desiderate.
Le dinamiche affettive sono guidate da reazioni emotive che mal sopportano puntuali interventi di “chirurgia” su eventi e comportamenti.

Recriminare : Se il puntualizzare allontana, il recriminare ( accusare l’altro di colpe anche passate) trasforma addirittura in “vittima”, il “colpevole” . Usare l’accusa per rafforzare la propria posizione, trasforma un messaggio corretto , nella sostanza, in noiosa requisitoria che non porta alla consapevolezza dell’errore ma alla fuga.
Ogni atto comunicativo (P. Watzlawick) possiede un atto informativo ed uno relazionale.
Nella comunicazione, quindi, non conta solo il significato di ciò che diciamo ; il modo in cui lo diciamo , amplifica ,riduce e / trasforma l’effetto del nostro messaggio.
Recriminare, quindi, ben lontano dall’ottenere gratificazioni , stimola una sorta di rifiuto emotivo ed una chiusura che non lascia spazio alla comprensione.

Rinfacciare: Chi può dire di non aver mai sperimentato questa modalità? Il subirla dà l’esatta misura dei suoi effetti. Con questo atto si accusa l’altro della nostra sofferenza , della inutilità della nostra bontà nei suoi confronti e/o della nostra tolleranza. Proviamo a pensare ai nostri sentimenti ponendoci dalla parte dell’accusato. Quali sarebbero le nostre reazioni emotive?
Il rinfacciare fa emergere una sorta di vittimismo che crea irritazione e desiderio di allontanarsi ; a sua volta la “fuga” rimette in moto il vittimismo.
Si crea un circolo vizioso che, una volta innescato porta conseguenze dolorose che svuotano di ogni energia positiva.

Pedicare: Chi non conosce la predica? Da bambini ne abbiamo fatto scorta!
Quali erano i risultati in termini di comportamento?
Se riflettiamo solo un attimo ci rendiamo conto di quanto poco possa produrre in termini di efficacia, sia che si tratti di una relazione di coppia che di genitore-figlio.
Alla predica si risponde con la voglia di trasgredire ,esattamente, come da piccoli quando , l’unica sensazione post-sermone era la noia.

Te l’avevo detto: Bella frase! Davvero di effetto:..e la conseguenza? Una forte irritazione e un sentimento di squalifica che , certo, non porta all’autocritica. Chi la pronuncia si attira una grande rabbia ; chi sbaglia ha già un sentimento di fallimento che finisce, per essere scaricato su chi infierisce.

Biasimare:il biasimo e’ una modalità sottile ma efficacemente distruttiva.Non è una critica aperta ma parte da un complimento (quasi forzato) per arrivare ad un secondo messaggio che annulla il primo ( “sei stato carino a pensare a me , ma lo sai che mi piace scegliere da sola questo tipo di oggetto” .. “ è una bella pagella ma se ti impegnassi di più, potresti avere voti migliori”). I sentimenti che stimola il biasimo , non hanno bisogno di commenti!


Conclusione:
Con tali ingredienti , si può ben sperare di mandare a rotoli molte relazioni (soprattutto con i bambini ) anche se l’intenzione iniziale è quella di prevenire e /o risolvere i conflitti.
Il vero problema è che molte persone, pur avendo le prove di una comunicazione fallimentare , continuano , tenaci a proporre le stesse modalità con l’idea che prima o poi l ‘altro capisca e venga a miti consigli.
Tutt’altro …nel migliore dei casi si arriva alla finzione con la riduzione di spazi condivisi .
Una delle maggiori difficoltà degli esseri umani è quella di mettersi nei panni degli altri (empatia) o dallo loro prospettiva.
La convinzione di essere dalla parte della ragione crea una comunicazione a senso unico che non e’ soddisfacente per nessuno.
Cosa fare?

Scoprilo nel prossimo articolo!
 

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