Da quasi un
anno ho avuto la grande opportunità di conoscere meglio i
ragazzi nella loro quotidianità scolastica, di entrare in
contatto con loro senza, nulla ,chiedere ….
L’ attività di consulenza , (in aiuto al sostegno
scolastico) al F.o.r.al di Novi Ligure ( Scuola di
Formazione Professionale gestita dalla Provincia) mi ha dato
l’enorme opportunità di ascoltare gli adolescenti
all’interno del loro gruppo di riferimento , di creare, con
loro, una empatia nuova fuori dagli schemi didattici. e/o da
spazi terapeutici
Attraverso un contatto empatico, ho visto risorse e
sensibilità .
Il nostro incontro settimanale è diventato una opportunità
di crescita per tutti ma per loro ha rappresentato un
importante spazio di ascolto in cui raccontare la propria
vita, i propri sogni e paure senza il timore di essere
giudicati.
Dietro all’apparente sicurezza e all’atteggiamento
dissacrante, i ragazzi non aspettano che una sospensione del
giudizio da parte degli adulti .
Insegnanti e genitori, d’altra parte , si trovano di fronte
a nuove richieste e comportamenti che spiazzano e
disorientano .ma di cui, sono, in parte, responsabili.
Il lamento e la fuga dagli adolescenti “difficili” non aiuta
e, sarebbe fallimentare, pensare di risolvere le nuove
problematiche con vecchi strumenti.
L’autocritica può essere il punto di partenza: il sistema
sociale e tutta la “spazzatura” odierna non è “roba” da
ragazzi né è stata inventata da loro.
Alcuni concetti su cui riflettere:
1) Incoerenza : ai ragazzi si chiede esattamente ciò che non
si è in grado di dare…
Invocare il principio di autorità ha senso solo se il
modello è autorevole, se non mostra falle,
se chiede e dà.
M. 15 anni si lamenta di dover seguire delle regole
,puntualmente, trasgredite dagli adulti: Mi chiedono di
spegnere il cellulare per non distrarmi ma quando parlo con
un grande non riesco mai a terminare le frasi perchè sono
continuamente interrotto da telefono.
Mio padre ci vive al cellulare e durante la cena tra la tv e
gli squilli continui , non credo di
finire mai un discorso
2)Morale: sono immorali i comportamenti di molti giovani ,
usano linguaggi scurrili , poco
rispettosi nei confronti del prossimo, non hanno regole
sociali, non hanno emozioni.
Mi chiedo a chi tocca insegnare le emozioni e quali sono le
responsabilità degli adulti in questa sordità emozionale ?
Si può pensare che i frutti “marci” siano responsabili di
esserlo? E la pianta che funzione ha?
F 18 anni: mi dice che è angosciato dalla politica , dalla
corruzione di quelli che dettano le regole, mi dice che
tanto i grandi rubano e sono sempre ai posti di comando;
basta avere dei buoni avvocati ed essere in alto.
Non vede futuro e la vera vita, quella autentica è quella
della strada , della musica rap che denuncia e non si
corrompe per nessun prezzo. E’ la musica il mezzo per
raccontare la sua rabbia e la sua delusione. Per fortuna!
3)Ascolto: i ragazzi non ascoltano e non assimilano nulla
degli insegnamenti tanto ripetuti ,
Consigli ed esempi si sprecano per arrivare a quei cervelli
“disattivati” ; l’ascolto si chiede con gli insulti , spesso
, molto spesso….
Quanta fame hanno i ragazzi di ascolto ? E da bambini quante
volte è stato detto..”dopo, quanta importanza si dà ai loro
problemi ? Perché dovrebbe ascoltare chi lo ha ignorato?
Non serve tanto tempo per ascoltare ma un po’ di voglia ed
umiltà.
L 16 anni: Mia madre mi dice che la stresso con problemi
inutili, i problemi me li invento per complicarle la vita ed
intanto non faccio nulla per meritarmi i suoi sacrifici. Io
non riesco a concentrarmi a scuola, ho troppe pensieri in
testa.
S 18 anni: Quando ho detto a mio padre che stavo male dentro
mi ha risposto che lui stava più male di me perché i veri
problemi erano i suoi. Non mi ha creduto finchè non ho avuto
gli attacchi di ansia che mi toglievano il respiro.
Se un ragazzo coltiva insicurezze, se ha una immagine di sé
debole ,se reagisce con la rabbia agli eventi interni è
,soprattutto, nell’infanzia che occorre cercare le risposte
.
C’è da chiedersi chi o cosa impedisce ad un bambino di
crescere, chi crea i bisogni , chi le solitudini.?
Bombardati da spot e finzioni televisive, c’è da aspettarsi
davvero un miracolo!
La lista delle contraddizioni che si respirano, sarebbe
davvero lunga !
Non è difficile immaginare come tutto questo crei paure ed
incertezze , travestite da arroganza per nascondere la
fragilità; i ragazzi fingono (come tutto ciò che li
circonda) di essere forti e temerari e li aiuta la loro
rabbia e la loro impotenza.
Nei loro pensieri ci sono, invece, desideri e bisogni di
accoglienza, bisogni diversi da quelli che si soddisfano con
le “cose” ; l’accusa di ingratitudine è superflua se si
pensa al meccanismo che crea la dipendenza dai beni
eccessivi e superflui. Paradossalmente i ragazzi sono più
sereni quando hanno meno e riescono tollerare le
frustrazioni dando un senso al concetto di conquista.
Difficile che un bambino impari ad aspettare, a conquistare
, a dare valore alle cose e alle persone se l’adulto non ci
si mette d’impegno; difficile che capisca che la rabbia va
contenuta se gli adulti non lo fanno o se, in tv, assiste
allo scempio delle liti in diretta.
E di quali bulli si parla ? Forse di quelli che , dopo aver
sfoggiato cultura e parole, mostrano ,al mondo , l’esatto
contrario dei modelli educativi che pretendono?
Sarà difficile spiegare ai ragazzi che i bulli sono loro!
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