HOME | CHI SIAMO | CONTATTI | ARTICOLI | GALLERY | CONSULENZA ON LINE |

 

 

 

La cultura del diverso


Anche quando l’atteggiamento è buonista , i sentimenti umani non sono mai lineari e può succedere di covare , nella parte più profonda , intolleranze verso intere etnie , quando la diversità viene in collusione con interessi e/ o emozioni private o quando ‘i diversi’ aumentano in dismisura mettendo a repentaglio la nostra identità o appartenenza.
Altre volte , per una ideologia opposta e/ o pregiudizi , si rifiuta a priori , chiunque non appartenga alla propria cerchia , al proprio paese , alla propria cultura; si difende ad oltranza un territorio che non prevede intrusi
Si parte, forse, dal concetto che il ‘normale’ ci deve somigliare ,
l’ignoto o il ‘diverso ‘ da noi ( per usi, costumi , lingua e pensieri) suscita paura e crea uno stato dall’erta anche di fronte all’assenza vera di pericolo.
Come si fa a colpevolizzare una emozione?
L’intero pianeta ne soffre ;anche quelli che si lamentano di essere vittime del razzismo lo sono a loro volta nei confronti di qualcun altro. Come fare, quindi a far convivere la difesa della propria appartenenza ( che da sicurezza) con la necessità di adattamento al progresso che abbatte confini e fili spinati
Al di là della propria volontà , giusta o sbagliata, nessuno si può avvalere di privilegi territoriali, non in un’epoca in cui le difese del proprio territorio o l’invasione di altri sarebbero catastrofiche.
L’integrazione appare l’unica via intelligente per trasformare in ricchezza ciò che potrebbe apparire come elemento di disturbo.
A guardare bene ognuno di noi è diverso dall’altro , le storie sono diverse , le condizioni di nascita sono diverse ; se vincesse l’atteggiamento di chiusura non potremmo migliorarci mai. L’altro diventa lo stimolo per modificare la tristezza della completa solitudine.
Che fare quindi?
Riflettere sulla possibilità di educare i propri figli all’altro aiutandolo a riconoscere le proprie emozioni e a mettersi nei panni di chi prova emozioni simili alle sue.
Aiutarli a capire , piuttosto che attaccare o difendersi da pericoli immaginati , incuriosirli su usi e costumi diversi e sui significati veri e non presunti , di comportamenti sconosciuti.
Ricordare loro che solo gli animali non hanno scelta perché programmati a fare solo ciò che sanno fare
La scelta , quindi è tra vivere costruendo o tra il vivere distruggendo; la cultura dell’odio ci fa accusare seguendo , soprattutto, i pregiudizi.
I bambini , nel loro mondo privo di giudizi, non conoscono differenze ed accettano , in modo naturale, chi condivide i loro giochi ed i loro spazi; si accorgono a malapena se i l colore della pelle è diverso, mettono in gioco la loro emozione e non sono ancora capaci di escludere i coetanei per la loro provenienza.
Il compito degli adulti è semplice: basta non inquinare quel mondo!

Aiutiamoli a mantenere lo sguardo limpido per la loro serenità di oggi e di domani, stimolandoli allo spirito critico che è l’unica difesa contro i pericoli.
Cosa fare nel concreto , per favorire la reciproca integrazione:

Documentarsi con i propri figli ( internet, cartine, libri) sui luoghi di provenienza dei bimbi stranieri ( ottimo modo per appassionarli a storia e geografia) cercando anche spunti curiosi che possono apparire singolari; favorire la curiosità sui diversi modi di vivere gli eventi della vita ( nascita, matrimonio, morte)….per confrontare le proprie credenze . Ciò crea anche spazi di dialogo e stimola la capacità di esprimere i propri pensieri.

Promuovere feste ed incontri fuori da date particolarmente significative per i partecipanti; in questo modo non si rischia di ‘disturbare’ la sensibilità di nessuno;

Chiedere ai tutti i bambini di portare in regalo al gruppo,

un oggetto che rappresenti la propria provenienza;

Invitare a turno i bambini con le loro mamme a casa prima di ricambiare la visita ( spesso le case degli stranieri non sono invitanti e possono rappresentare un ostacolo nel ricevere ospiti)

Fare sempre il primo passo ricordandosi di essere in una situazione privilegiata .( si è a casa propria)

Non commentare mai i fatti di cronaca( soprattutto in presenza dei bambini) , compiuti da stranieri, etichettando una intera etnia ; limitarsi a condannare l’azione piuttosto che le persone ( si evitano generalizzazioni pericolose che innescano dei veri e propri conflitti inutili): I bambini non saprebbero che riportare i giudizi adulti stimolando giustificate reazioni da parte di chi ha la percezione di intruso.

Favorire situazioni in cui i bambini possano apprendere e/ o insegnare i giochi tipici della propria cultura ( questo modo , in particolare, può’svegliare’ i più fortunati dal torpore delle play station ricordando loro il sano uso ludico del corpo)

Organizzare cene o pranzi in cui ogni bambino porti il cibo caratteristico del proprio paese ricordando che siamo coloro i quali hanno meno limitazioni nell’alimentazione slegata da significati religiosi ( prestare attenzione alle limitazioni altrui)

Creare gruppi misti in cui siano protagonisti racconti di miti e leggende , le emozioni veicolate da tali mezzi espressivi sono di forte impatto emotivo( si impara a conoscere l’altro escludendo la razionalità)

Stimolare , con trovate da animatore, risate e allegria..nulla unisce quanto l’arte del ridere ; qualche padre di ‘buona volontà’ può essere utile come elemento liberatorio dell’allegria ( spesso i bambini stranieri devono fare a meno della presenza paterna, per ovvi motivi di impegni lavorativi , a volte, massacranti)

<< articoli

RECAPITI

 

 © 2018  -Genitori quasi perfetti

Google